È tempo di bilancio 2020

Ai sensi di legge, ma anche per utilità aziendale, il bilancio dell’impresa deve consentire “a true and fair view”, una rappresentazione fedele, in modo veritiero e corretto, della situazione patrimoniale e finanziaria dell’azienda ed il suo risultato economico dell’esercizio. Ovvero, anche se solo una sintesi, il bilancio è il documento aziendale più prezioso; è quello che consente di monitorare la situazione in essere.

L’anno appena concluso si contraddistinguerà negli annali per gli effetti nefasti causati dall’emergenza Covid-19, i cui impatti economici stanno duramente condizionando l’andamento e la stabilità finanziaria di numerose aziende le quali, in maniera imprevista, potrebbero passare da un (attuale) stato di salute ottimale[1] ad uno stato di insolvenza[2].

Non solo obbligatorio ai sensi dell’art. 2086 c.c. recentemente modificato dal Nuovo Codice della Crisi[3], ma anche estremamente opportuno. Mai come in questo momento occorre procedere a valutazioni che tengano conto del difficilissimo contesto creatosi identificare le possibili prospezioni che il futuro potrebbe riservare.

Analisi

Per le analisi da effettuare, occorrerà tra l’altro considerare:

– le proiezioni di vendita dei propri prodotti e servizi;

– il rapporto fra la liquidità disponibile e il capitale circolante netto;

– la qualità dei crediti, dei loro tempi di riscossione in un clima di tensione finanziaria;

– le obbligazioni assuntee da soddisfare nel breve/medio termine;

– la capacità di restituzione dei finanziamenti ottenuti;

– il possibile accesso alle forme di finanziamento/agevolazione/contributi messe in atto per il sostegno delle imprese;

– situazione ed ottimizzazione fiscale/contributiva;

– ottimizzazione della cassa integrazione guadagni per i lavoratori dipendenti;

– scenari aziendali e/o di settore particolari.

Le strategie opportune potranno essere identificate attingendo dal volume “Re_Start – L’impresa ai tempi del Covid”, a cominciare da quelle di emergenza a quelle di conservazione ed, infine, per la ripartenza.

“Re_Start – L’impresa ai tempi del Covid”, Codice EAN 9791220313445, anno edizione 2021

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[1] Potrebbe riguardare anche quell’ipotetica impresa che fino a ora ha conseguito trend positivi di crescita del fatturato, che ha raggiunto buone marginalità anche rispetto alla media di settore, che ha mantenuto un buon rapporto di indebitamento, che si è contraddistinta per solvibilità, efficienza e solidità, ma che a causa delle conseguenze sfavorevoli legate all’impatto della crisi sul sistema economico nazionale potrebbe assistere a un sostanziale mutamento del proprio equilibrio finanziario.

[2] Si potrebbe utilizzare la definizione dell’art. 2, lett. b), del Codice della Crisi d’Impresa (D.Lgs. 12/1/2019 n. 14, prorogato al 1/9/2021), secondo il quale la crisi “si manifesta con inadempimenti od altri fatti esteriori, i quali dimostrino che il debitore non è più in grado di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni”.

[3] Il Codice della Crisi d’Impresa (D.Lgs. 12/1/2019 n. 14) ha recentemente posto particolare enfasi sull’importanza di prevenire e curare tempestivamente una eventuale crisi dell’impresa ed a tali fini ha posto e pone a carico dell’imprenditore (societario ma anche “semplicemente” individuale) l’obbligo di “… istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi dell’impresa e della perdita della continuità aziendale, nonché di attivarsi senza indugio per l’adozione e l’attuazione di uno degli strumenti previsti dall’ordinamento per il superamento della crisi e il recupero della continuità aziendale”.

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