Rispetto alle attese formatesi con gli annunci e, lungi dalle entità offerte dagli altri stati, gli auspicati aiuti sembrano attraccati col decreto che sarà denominato “Rilancio”, comunicato ufficialmente a reti unificate ma ancora in attesa del testo definitivo.
Con il budget messo a disposizione dal decreto “Rilancio”, quello rivolto alle piccole e medie imprese e lavoratori autonomi (soli 6 miliardi rispetto al tutto), viene istituito un sistema di indennizzi solo per quei soggetti con ricavi o compensi fino 5 milioni di euro (realizzati nel 2019) e nel solo caso in cui abbiano subito una riduzione del fatturato del 33%.
Per superare la (avvenuta) mancata tempestività e la complessità burocratica dei finanziamenti con garanzia dello stato previsti dal decreto “Liquidità”, il sistema congetturato modifica il metodo di riscontro: all’istanza telematica da presentarsi all’Agenzia delle entrate ed alla tempestiva celere erogazione segue controllo (successivo) della Guardia di finanza. Sembra essere stato appreso che l’efficacia degli aiuti è condizionata dalla tempestività con la quale il contributo arriva concretamente agli operatori dell’economia.
Soggetti interessati:
– piccole e medie imprese (anche da imprese agricole e cooperative),
– professionisti/lavoratori autonomi.
Misura del contributo:
– base di calcolo: fatturato del mese di aprile 2020
– calcolo: la differenza percentuale (in diminuzione) tra fatturato di aprile 2020 e quello di aprile 2019;
– parametro di indennizzo:
– 20% (soggetti con ricavi/compensi fino a 400.000 euro),
– 15% (soggetti con ricavi/compensi superiori a 400.000 e fino a 1.000.000 di euro),
– 10% (soggetti con ricavi/compensi superiori a 1.000.000 e fino a 5.000.000 di euro).
Le bozze del decreto Rilancio fino alle 17:30 di ieri prevedevano percentuali più alte: 25%, 20% e 15%.
La diminuzione di fatturato deve essere dimostrata per imprenditori e professionisti/lavoratori autonomi di “zone rosse”.
Minimo erogabile:
– 1.000 euro, per le persone fisiche e
– 2.000 euro per i soggetti diversi dalle persone fisiche.
Iter:
– presentazione di istanza telematica all’Agenzia delle entrate, da definirsi da parte della stessa, con definizione degli allegati ed autocertificazioni, tra cui la dichiarazione antimafia;
– accredito diretto sul c/c bancario o postale del beneficiario;
– controllo successivo ad opera della Guardia di finanza.
Sanzioni:
– amministrative: importi erogati non dovuti totalmente o parzialmente sono soggetti a sanzioni dal 100 al 200%, oltre interessi;
– penali: reclusione da 2 a 6 anni false dichiarazioni nella certificazione di regolarità antimafia nonché, in caso di contributi non dovuti, contestazione del reato di indebita percezione e truffa ai danni dello Stato (l’art. 316-ter del Codice penale).
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Come calcolare il contributo a fondo perduto: esempio pratico
Esempio:
– fatturato del mese di aprile 2020: 5.000 euro,
– fatturato del mese di aprile 2019: 15.000 euro,
– fatturato totale 2019: 175.000 euro,
– parametro di indennizzo: 20%,
– base di calcolo del bonus: 15000 – 5000 = 10.000,
– contributo a fondo perduto: 10.000 x 20% = 2.000.