Crisi di liquidità: reperimento risorse finanziarie (e gestione rapporti con banche od altre istituzioni finanziarie)
Il cosiddetto “credit crunch” ha, da una parte sensibilmente ristretto le disponibilità che gli Istituti di credito riservano ai soggetti economici e, dall’altra, lo svuotamento professionale e decisionale del responsabile di filiale (con la spersonalizzazione dell’interlocutore bancario in generale) sta portando ad una generalizzazione dei criteri di concessione e mantenimento del credito imperniati su dati “oggettivi”.
Il nuovo modus bancario di concessione di prestiti sarà determinato dal grado di confidenza (“rating”) della banca di vedersi rientrare i capitali concessi ed alle condizioni prefissate. Ovvero, nel futuro prossimo le banche baseranno la concessione o il mantenimento dei prestiti, oltre ovviamente che sui bilanci, sulla “fedina finanziaria” (riscontrabile dalla Centrale Fidi), sul rating di bilancio ed infine su budget previsionali, piani finanziari ed analisi organizzative di tipo qualitativo.
In assenza di documentazione di questo tipo prodotta dall’azienda, l’Istituto di credito non potrà che procedere in via autonoma alla valutazione del “merito di credito” e, in presenza di numeri dubbi o per un semplice atteggiamento cautelativo od opportunistico, potrebbe ridurre il credito bancario ed anche aumentando il prezzo di quel rischio derivante… da una lacuna aziendale.
Per tutto quanto sopra è opportuno che le relazioni bancarie debbano essere basate su un approccio meritocratico e di trasparenza gestionale nonché su strumenti di controllo adeguati ai piani di crescita od investimento per persuadere le banche ad aver fiducia nel finanziamento richiesto. Si tratta di un criterio che consentirà di tenere in mano salda la propria gestione ed anche di incidere sul costo del denaro.
Recupero efficacia, efficienza, produttività: controllo di gestione, organizzazione e risorse umane
Differentemente dalla “sfera di cristallo”, il budget è un sistema di calcolo oggettivo e di simulazione che, partendo dagli inequivocabili importi dei costi fissi e dei costi diretti rispetto ai volumi prodotti, permette di identificare, innanzitutto, il punto di pareggio (e quindi gli obiettivi di fatturato esistenziale) per ogni area di affare onde affrontare perdite economiche od un processo di riassetto organizzativo.
Il modello organizzativo (e conseguentemente le risorse umane) non può che doversi adeguare alle dinamiche economiche delle vendite e della produzione.
Futuro sereno: efficientamento e sostenibilità della struttura interna
È ciò a cominciare dall’analisi del valore aggiunto per ore lavorate rispetto al benchmark di settore per evidenziare i vantaggi economici in parametri operativi (produttività oraria) per le future lavorazioni. Il valore del beneficio raggiungibile attraverso l’implementazione di un controllo di gestione emerge dalla differenza tra il livello di produttività orario raggiunto dall’azienda e quello necessario od ottimale moltiplicato per le ore produttive di riferimento.
Nuova linfa di fatturato: nuovi sbocchi commerciali (perseguimento di nuovi mercati)
A fronte della (eventuale o inopportuna) non comprimibilità dei costi, accanto all’obiettivo di incremento della produttività, è doveroso indagare su nuovi sbocchi commerciali, partendo dal monitoraggio del mercato esistente, attraverso la conquista di nuove quote del più ampio mercato potenziale mediante il direct marketing.
La solidità dell’impresa: mantenimento degli equilibri patrimoniali
Una preventiva e cautelante modalità gestionale che si avvalga di un sistema amministrativo e di controllo adeguato consentono di prevenire l’imbarazzante situazione di perdite gestionali e quindi di patrimonio a cui conseguano la perdita di credibilità e fiducia da parte degli interlocutori aziendali istituzionali (banche, clienti, fornitori). Un “crash test “gestionale potrà prevedere sia la dimensione economica ma anche quella finanziaria di modo che tali interlocutori mantengano con fiducia i loro rapporti e di conseguenza possano essere mantenuti i presupposti di una sana gestione o confermarsi le prospettive di crescita aziendale.
Tutela fiscale: la difesa dall’accertamento fiscale continuo
L’Agenzia delle Entrate italiana, modellata sullo schema organizzativo dell’omologa statunitense “Internal Revenue Service – I.R.S.”, sta adottando dei veri e propri budget di controllo fiscale (e di aspettativa delle relative entrate tributarie) con l’utilizzo di quella quantità di dati che, incrociati, riversano sul contribuente per chiedere allo stesso spiegazioni prima di emanare l’atto di accertamento.
Solidità patrimoniale: la tutela del patrimonio personale/familiare
La sopravvenuta scarsezza di risorse finanziarie rispetto alla spesa pubblica dà continui nuovi stimoli alla ricerca di entrare con l’effetto di esacerbare la riscossione, sempre più anche in forma preventiva, rendendo opportuno cautelarsi attraverso l’utilizzo dei leciti strumenti di difesa del proprio patrimonio.